Mentre USB si opponeva ai Fondi integrativi con scioperi, manifestazioni di protesta e comizi, i sindacati confederali e c.d. autonomi, dopo aver contribuito allo smantellamento della previdenza pubblica, hanno concluso accordi, promosso lo sviluppo dei fondi pensione organizzando convegni e assemblee dei lavoratori per il decollo della previdenza complementare in tutto il pubblico impiego. L’accordo del 16.09.2021, con il quale si legittima il “silenzio-assenso” per l’adesione al Fondo pensioni integrativo, sta intrappolando i giovani assunti, a partire dal 2019.
I sindacati promotori non stanno tutelando gli interessi dei lavoratori, ma solo i propri dato che sono i co-gestori dei Fondi Integrativi.
I fatti, però, dimostrano che i rendimenti dei fondi pensione legati alle imprevedibili fluttuazioni dei mercati azionari sono aleatori e che il TFR/TFS è di gran lunga più conveniente.
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Abbiamo ricevuto richieste di chiarimenti riguardanti la busta paga del mese di agosto che presenta varie voci a conguaglio e arretrati a fronte di uno stipendio più basso del previsto.
Ricordiamo, innanzitutto, che una busta paga simile è stata ricevuta a seguito dei passaggi PEO del 2019 (busta paga novembre 2020) e del 2020.
Quindi, sicuramente, entro il mese di luglio è stata conclusa la procedura avviata con il bando PEO 2022, stabilita con l’accordo sindacale del 2021, che comporta:
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Dopo la discussione fumosa sul nuovo ordinamento universitario, all’Aran hanno iniziato a parlare degli incrementi salariali che dovrebbero assicurare l’adeguamento degli stipendi universitari al costo della vita.
Ci viene riferito che l’incremento sarà mediamente del 4,2% a regime, ossia alla firma dell’accordo dato che il contratto è scaduto. Non per tutti, però. Ricordiamo, che dal 4,2% bisogna sottrarre lo 0,42 corrispondente all’elemento perequativo che i dipendenti fino alla categoria D2 già percepiscono in busta paga e l’indennità di vacanza contrattuale, pure questa già in busta paga.
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