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Coronavirus, USB al governo: occorre una direttiva urgente per evitare ricadute retributive e contributive legate alla chiusura delle scuole

’Unione Sindacale di Base ha inviato al governo la richiesta di una direttiva urgente che scongiuri per i lavoratori pubblici e per i lavoratori impiegati nel servizio pubblico ma con contratti di natura privata, conseguenze retributive e contributive legate alle ordinanze con le quali  è stata disposta la chiusura dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, ordinanze emanate per ragioni di salute pubblica e di contenimento del rischio epidemiologico Covid-19.

USB chiede di considerare con valore retroattivo, a far data dal primo giorno di chiusura delle scuole, le giornate di assenza conseguenti alla emergenza sanitaria in atto, ove debitamente documentate, quali giornate di servizio effettivamente prestato dal punto di vista sia retributivo sia contributivo, per tutte le lavoratrici e i lavoratori all’interno delle strutture pubbliche.

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Scattata la procedura d’emergenza all’ ospedale Policlinico Tor Vergata di Roma

 

Abbiamo appreso dai mass-media la notizia che al Policlinico Tor Vergata dieci  fra medici e infermieri sono in quarantena precauzionale e ben 98 persone sono state richiamate fra quelle che hanno avuto accesso al pronto soccorso il giorno in cui si è rivolto un cittadino romano al quale è stato diagnosticato il Covid-19, ora in terapia intensiva allo Spallanzani.
Il PTV è un policlinico universitario con un vasto bacino di utenza che si estende oltre il territorio romano. Dove operano anche docenti, studenti, specializzandi e personale tecnico amministrativo dell’Università di Roma Tor Vergata.

Scattato l’allarme, USB PI – PTV ha chiesto un incontro ai vertici del policlinico universitario, in assenza di informazioni dirette circa le misure di tutela che intendono adottare per la sicurezza della salute del personale, degli studenti e dei pazienti.

Il timore che ormai l’epidemia si sta espandendo dalle zone “rosse” è diffuso. Come la percezione dei cittadini e dei lavoratori che il sistema sanitario pubblico, devastato da anni di tagli e minori fondi – ben 37 miliardi sottratti alla sanità pubblica negli ultimi dieci anni – non sia in grado di sostenere l’impatto di una eventuale emergenza sanitaria.

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pubblicato il 26 Gennaio, 2020

Pensioni, USB: pronti alla mobilitazione, ecco i 4 paletti irrinunciabili che pianteremo lunedì al Ministero del Lavoro

Roma, 25/01/2020

Il governo Conte ha appena varato un provvedimento impropriamente definito “taglio del cuneo fiscale” escludendo dalla misura i pensionati, come già era accaduto del resto con il bonus Renzi. Per 7 milioni e 400 mila famiglie che vivono per lo più di pensione e che versano un’Irpef tra il 23 e il 43% (di gran lunga superiore al resto d’Europa che si attesta sotto il 10%) non è all’ orizzonte nessun taglio fiscale.

In compenso lunedì si apre un tavolo al Ministero del Lavoro per rimettere mano al sistema pensionistico. Sul piatto sembra esserci la famigerata Quota 100, interpretata in questi mesi come misura troppo onerosa per le casse dell’Inps. Ma tutti sanno che Quota 100 ha rappresentato un debole palliativo in luogo dell’abolizione della Fornero e quindi della rimessa in discussione del sistema contributivo e del meccanismo di innalzamento progressivo dell’età pensionabile che quella legge ha consolidato. Una misura pro tempore di pensionamento anticipato (dopo 38 anni di contribuzione!) che puoi utilizzare solo se te la paghi.

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LA SEPARAZIONE DEI COMPARTI UNIVERSITA’ E RICERCA DA QUELLO DELLA SCUOLA:

UNA INIZIATIVA CHE RESTITUISCE IL DOVUTO VALORE AI LAVORATORI DEL COMPARTO ISTRUZIONE.

 

Brucia sulla pelle di tutti i lavoratori dell’Università l’ultimo CCNL sottoscritto a febbraio 2018 dai Sindacati Confederati (e successivamente anche da SNALS e GILDA-FGU).

Un contratto brutto ed insoddisfacente per tutti, con aumenti contrattuali risibili ma, soprattutto, un contratto che ha del tutto ignorato le esigenze dell’Università.

Basta ricordare che nella sezione relativa all’Università tutte le promesse non sono state affrontate, anche se previste nell’atto di indirizzo che precede la trattativa. Nessuna flessibilità sul salario accessorio e nessuna rivisitazione dell’ordinamento professionale, cosi come sono stati rimandati sine die le problematiche del personale che opera nei policlinici e dei CEL.

Lo stesso è accaduto per gli EPR della sezione Ricerca, problema non affrontato, cosi come le questioni del personale AFAM.

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