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LE RAGIONI DELLO SCIOPERO GENERALE

La pandemia ha prodotto un drammatico impatto sociale sia sul versante sanitario sia sulle condizioni di vita, di lavoro e salariali.
Nonostante il ritorno alla “normalità”, nonostante le ingenti risorse del “PNRR” che dovrebbero rilanciare l’economia del Paese (se non venissero dirottate al profitto delle imprese), si prospetta una crisi economica dai contorni drammatici.
In realtà la crisi i lavoratori pubblici l’hanno già pagata in anticipo negli ultimi decenni con i mancati adeguamenti salariali ed un contratto nazionale basato su false meritocrazie esclusivamente punitive.
Negli ultimi 10 anni sono stati persi oltre 5 miliardi con i tagli sul Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università (FFO). Un definanziamento dell’Università pubblica che priva i giovani del diritto allo studio, di risorse la ricerca di base, causa la esternalizzazione delle attività istituzionali e la fuga all’estero dei giovani ricercatori.
Per un Paese non c’è futuro senza Ricerca e Formazione!
Il prezzo più pesante lo sta pagando il personale tecnico, amministrativo e bibliotecario delle Università e dei Policlinici Universitari, che oggi risulta con le retribuzioni più basse di tutto il Pubblico Impiego e con carichi di lavoro sempre più pesanti a causa del mancato turn over.
Per il personale TAB non è previsto il finanziamento di piani straordinari di assunzioni e progressioni di carriera come per i docenti. Lo stesso personale che durante la pandemia ha permesso il funzionamento in emergenza degli Atenei. I primi insieme alla Scuola tra i dipendenti pubblici a dover rientrare dallo smart working, senza garanzie per le dovute tutele di prevenzione e sicurezza stante il perdurare dell’emergenza sanitaria. Respingiamo la volontà del Governo dei padroni e delle banche di scaricare il prezzo della crisi sui lavoratori e sulle famiglie. Reagiamo partecipando allo sciopero generale proclamato da USB.

11 OTTOBRE 2021 Sciopero Generale Nazionale 
 per tutte le categorie, sia del pubblico sia del privato,
proclamato da USB congiuntamente alle sigle del sindacalismo di base

Con il post-covid si sta assistendo all’emergere di nuove povertà: non solo perdita del potere di acquisto dei salari, ma anche fasce di popolazione senza casa, senza lavoro e senza reddito.

Nel settore privato, lo sblocco dei licenziamenti sta dando il via ad un’ondata di esuberi, delocalizzazioni e ristrutturazioni pesantissime che favoriscono il ricambio di manodopera garantita con giovani ultra-ricattati e sottopagati. A questo si aggiungono i pesanti rincari della luce e del gas che incidono sulle bollette, sui costi delle materie prime e sul prezzo di tutti i beni di consumo.

Dal PNRR non sono previsti gli investimenti necessari per rilanciare il lavoro pubblico.

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pubblicato il 5 Ottobre, 2021

Sanità, l’11 ottobre uno sciopero generale necessario e inevitabile

Avevamo sperato che l’evidenza delle difficoltà e delle debolezze del sistema sanitario pubblico causate dall’epidemia da Sars-Cov 2 sarebbero state tali da indurre un’ inversione di tendenza e un ripensamento delle politiche che per oltre un decennio ne hanno causato l’impoverimento e, al contempo, che venisse definitivamente abbandonata la gestione della sanità territoriale e della prevenzione, improntata a scelte mercantili fatte sulla sofferenza e sulla malattia, che così tanti danni ha provocato in Lombardia.

Ebbene niente di tutto questo è avvenuto ed anzi, mentre l’attenzione dell’opinione pubblica è stata indirizzata ad arte sulla contraddittoria introduzione del green pass. Il processo di privatizzazione della sanità pubblica è proseguito senza sosta con il ricorso massiccio alla sanità privata, soprattutto per la diagnostica e la chirurgia di elezione, si è ulteriormente incentivata l’adesione alle assicurazioni sanitarie private e il finanziamento del fondo sanitario nazionale verrà riportato nel 2023 a livelli pre-pandemici.

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Il Silenzio Assenso è la trappola preparata da CGIL, CISL e UIL per i neoassunti: ecco come difendersi

⌈ In allegato il modulo di diffida da presentare alle Amministrazioni per non aderire al fondo pensione⌋

 

Con la sottoscrizione all’Aran dell’accordo del 16 settembre 2021 si è definitivamente introdotta  nella Pubblica Amministrazione la formula del silenzio assenso per l’adesione al fondo Pensione Sirio Perseo,  mettendo così una pietra tombale su quanto disposto dalla legge del 1993, istitutiva dei fondi pensione, che dichiara: “L’adesione al Fondo Pensione deve essere espressa dal lavoratore attraverso una esplicita dichiarazione di volontà, potendo tuttavia mantenere il silenzio e conservare il proprio TFR”.

Questo non sarà ora più possibile per tutti i lavoratori assunti dopo il 1° gennaio 2019  nelle Amministrazioni che costituiscono il serbatoio da cui attinge il Fondo Perseo Sirio (Ministeri, Regioni e  Autonomie Locali,  Sanità, Enti Pubblici Non Economici, Agenzie Fiscali, Università, Ricerca, Enac e Cnel),che dovranno, entro i 6 mesi che decorrono dall’informativa fornita  dalle singole Amministrazioni nei 60 giorni successivi alla firma dell’ accordo(16 settembre 2021),dichiarare esplicitamente di non voler aderire al fondo pensione non facendo in questo modo scattare il principio del conferimento tacito.

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                    INFORMATIVA SINDACALE

La delegazione sindacale è stata convocata dall’Amministrazione per il 7 settembre a una riunione  con i seguenti argomenti in discussione:

1) comunicazioni;
2) organizzazione del lavoro e lavoro agile;
3) controlli sul possesso della certificazione verde COVID-19 (c.d. green pass);
4) programmazione degli incontri per la contrattazione sul CCI 2021.

Non possiamo aggiungere come prassi “dopo la pausa estiva”, poiché l’ultimo incontro sindacale si è tenuto il 19 aprile 2021, con il rinvio ad un appuntamento a pochi giorni dopo.  Il tempo necessario per acquisire la notizia della certificazione da parte dei Revisori dei Conti dell’ ipotesi di accordo integrativo 2020 e procedere alla firma definitiva dell’accordo che avrebbe costituito la base per l’integrativo 2021.

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